Anm contro il Governo: “Non siamo stati inseriti tra le categorie a rischio. Le attività potrebbero essere sospese”.
ROMA – Anm contro il Governo per il cambio delle priorità nella campagna vaccinale. In una nota, riportata dall’Agi, l’Associazione nazionale dei magistrati ha precisato come “l’esecutivo considera il servizio giustizia con carattere di minore priorità rispetto ad altri servizi essenziali già sottoposti a vaccinazione, tanto da ritenere doveroso rafforzare le condizioni che ne consentano la prosecuzione senza l’esposizione a pericolo degli operatori […]”.
“In caso di una grave recrudescenza dell’emergenza pandemia, ci potrebbe essere un sensibile rallentamento di tutte le attività giudiziarie che devono essere necessariamente svolte in presenza, donde l’inevitabile allungamento dei tempi di definizione dei processi […]“.
“Situazione come un anno fa”
“La situazione pandemica – si legge ancora nella nota – non è molto differente rispetto ad un anno fa ed è semmai aggravata dal fatto che la diffusione del virus ed il livello di saturazione degli ospedali colpiscono in questo periodo drammaticamente tutto il territorio italiano […]“.
“Attualmente – hanno precisato i magistrati – in Italia gli uffici giudiziari continuano a lavorare con le stesse modalità e con gli stessi ritmi del periodo antecedente la pandemia, con l’unico precario e insoddisfacente meccanismo di cautela costituito dalla disciplina emergenziale […]“.
Sisto: “Preoccupazione legittima e comprensibile”
La questione magistrati nei prossimi giorni potrebbe essere affrontata anche dal Governo. “La preoccupazione è legittima e comprensibile – ha commentato il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto – in questa scia, non posso che assicurare e confermare che il servizio certamente non è da meno rispetto ad altri servizi essenziali“.
“La situazione – ha aggiunto – merita un utile e urgente approfondimento. Mi impegno a sollecitare la questione, affinché l’emergenza pandemica, che si è trasformata in emergenza economica, non diventi anche una catastrofe per l’amministrazione della giustizia“. E presto il tema potrebbe finire sul tavolo della ministra Cartabia.